Straordinario: a Milo la festa del cibo da strada fuori dal comune
Quando ti affacci sulla vigna che gira tutt’intorno, alle spalle hai l’Etna e all’orizzonte il mare della costa catanese, capisci perché Straordinario ha già vinto.
In quattro edizioni, la manifestazione ha conquistato il favore di pubblico e addetti ai lavori, diventando l’appuntamento siciliano imperdibile di fine agosto.
Alla bellezza dei luoghi, la cantina Barone di Villagrande a Milo, degli ottimi padroni di casa Barbara e Marco Nicolosi, Andrea Graziano, patron di Fud Bottega sicula e Fud off e mente della manifestazione, ha aggiunto il suo estro creativo e la sua lungimiranza, decidendo di puntare sullo street food di qualità ben prima che sotto questa bandiera venisse fatto rientrare buona parte del commestibile isolano.
E oggi, messa in cantina – e non solo metaforicamente – la quarta edizione di Straordinario, incassa il successo e lo trasforma in numeri di tutto rispetto: ottocento partecipanti, 12 mila assaggi serviti e 4 mila bicchieri di vino, venti chef provenienti da tutta Italia, sedici cantine dell’Etna, dodici tra produttori e maestri del cibo di strada e decine di giornalisti da tutta Italia a scoprire Milo e le sue risorse. E, a dirla tutta, felici di scoprire questo lato di Sicilia lo sono stati anche alcuni tra gli chef arrivati sull’Etna per la prima volta proprio per la manifestazione.
“La festa del cibo di strada fuori dal comune”, recitava il pay off ed in effetti bastava aggirarsi tra i banchi degli chef per rendersi conto che estro creativo e tecnica non sono stati sacrificati sull’altare della tradizione.
Non sono mancati assaggi più classici come l’ottimo “Pane cunzatu” di Giuseppe Raciti di Zash o l’immancabile pane con la porchetta di suino nero dei Nebrodi del produttore Giuseppe Oriti. E a raccogliere il favore di pubblico e critica, che nel corso della serata hanno votato il piatto più riuscito, sono stati Giulia Carpino e Accursio Craparo, che si sono aggiudicati il premio della giuria popolare con “Pane, cipolla e fegato” e Valentina Chiaramonte che, invece, ha conquistato giornalisti, chef e addetti ai lavori con la sua “Chorba”, una zuppa di pesce e bulgur nata dall’integrazione tra la cultura araba e quella siciliana.
Tra i migliori assaggi della serata, anche “Cappuccio di pomodoro” di Massimo Giaquinta del Cortile Arabo a Marzamemi, “Fico bianca ammuttunata” di Alfio Visalli della Blu Lab Academy e le frittelle di alga con maionese di pollo arrosto di Eugenio Roncoroni di “Al mercato” di Milano.
Alla fine, premi anche per Filippo La Mantia (per la sua personalissima interpretazione della cucina siciliana), Eugenio Roncoroni (per aver portato internazionalità e contaminazione nella cucina italiana), Simone Padoan (per la sua celebre visione di pizza innovativa e lievitati gourmet), Gabriele Bonci (per aver fatto della piazza a taglio romana un’esperienza di valorizzazione dei prodotti del territorio), Pasquale Torrente (per il suo lavoro di promozione della cucina popolare). Un premio speciale anche per Giacomo Gironi, fuori classe dell’arte della sommellerie, per il suo attento e innovativo lavoro di sala.
Immancabile il buon vino dell’Etna, declinato in degustazioni classiche e insoliti wine pairing, serviti da sommelier professionali e attenti.
E tra un calice e un assaggio, la straordinaria possibilità di chiacchierare con gli chef di preparazioni, tecnica, lavori in corso e progetti.
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