Clara Minissale

pensieri e parole in punta di coltello. E forchetta

Eventi

Sicilia continente gastronomico, Le Soste di Ulisse in festa a Palermo

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Nino Graziano, Massimo Bottura, Ciccio Sultano

Comunque la si voglia guardare, la festa de Le soste di Ulisse per Palermo e per l’eno-gastronomia siciliana è stata un evento. Perché ha portato in città alcuni tra i migliori chef dell’isola, perché ha riunito sotto il tetto carico di storia e suggestioni di Villa Igiea gli chef Massimo Bottura, Davide Scabin e Heinz Beck. Perché per due giorni, ottanta giornalisti accreditati della stampa nazionale (e qualcuno anche internazionale), hanno avuto la possibilità di ascoltare, osservare, assaggiare alcune tra le eccellenze dell’isola. Perché si è mangiato e bevuto alla salute dei siciliani, si è parlato di come comunicare ciò che producono e si è avuta, netta, la sensazione che i motori dell’enogastronomia locale, che fino a qualche tempo fa sembravano in perenne riscaldamento, oggi siano finalmente partiti.

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Nino Graziano, Davide Scabin, Tony Lo Coco

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Pino Cuttaia

Ma andiamo con ordine. Le Soste di Ulisse è l’associazione che, dal 2002, riunisce il meglio della ristorazione e dell’hotellerie siciliana: 35 ristoranti gourmet (tra cui gli stellati), 22 charming hotel, due maestri pasticceri e una ricca collezione di cantine che rappresentano le varie espressioni enologiche siciliane.

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Villa Igiea

Quest’anno il presidente Ciccio Sultano e il suo vice Pino Cuttaia insieme con Tony Lo Coco – cinque stelle in tre – hanno pensato ad una convention sul tema “La Sicilia è un continente” con l’idea di dare uno scossone all’immagine, in certi casi ancora parecchio obsoleta, che si ha della Sicilia fuori dai suoi confini.

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il porticciolo dell’Acquasanta visto da Villa Igiea

E così per due giorni, 20 e 21 novembre, Villa Igiea, lo storico albergo con vista sul porticciolo dell’Acquasanta a Palermo, è diventato il quartier generale di chef e stampa specializzata.

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una delle sale interne di Villa Igiea

Domenica sera le sale del ristorante dell’hotel sono state allestite come un grande buffet con cucine a vista e gli chef per buona parte della serata hanno preparato, impiattato e servito le loro specialità a curiosi e appassionati.

Oltre trenta le portate tra le quali scegliere. Io ho cercato di assaggiarne il più possibile e questa è la mia top three:

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tartara d’asina con latte di tigre al peperone, Andrea Macca

  • la tartara di asina cotta cruda (ovvero cotta alla brace per scottare solo l’esterno della carne e poi tagliata al coltello), con insalata di cavolo di Acireale e latte di tigre al peperone dello chef Andrea Macca di Donna Carmela, a Riposto in provincia di Catania;
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la bobbia, Giovanni Guarneri

  • la bobbia, ovvero una delle versioni possibili di caponata in Sicilia, fatta con patata, peperone, cipolla, pomodoro, olive nere e capperi (in questo caso stufati per alleggerirla e non fritti come vorrebbe la tradizione), preparata dallo chef Giovanni Guarneri del Don Camillo di Siracusa;
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uovo al pomodoro, Vincenzo Candiano

  • l’uovo al pomodoro riveduto e corretto da Vincenzo Candiano de La Locanda di Don Serafino a Ragusa.
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minestra di aragosta, Nino Graziano

Se volessi aggiungerne un quarto, sarebbe la minestra di aragosta con spaghetti pizziati di Nino Graziano, storico chef stellato siciliano ormai trapiantato in Russia, nonché una delle anime della festa organizzata da Le Soste, che non faceva in tempo a riempire le ciotole di minestra che era già esaurita.

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Massimo Bottura

Lunedì invece ci siamo presi una bella strigliata da Massimo Bottura durante il convegno dedicato a “La profondità della storia, la modernità dei gusti, l’innovazione dei servizi”.

Lo chef modenese numero uno al mondo, in sintesi, ha detto che la Sicilia è uno straordinario giacimento dal punto di vista eno-gastronomico ma noi lo comunichiamo male perché siamo pigri. Una provocazione, la sua, che ha animato il dibattito al quale hanno preso parte anche il presidente de Le Soste di Ulisse Ciccio Sultano, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, il professore esperto di bio diversità Paolo Inglese, il sommelier campione del mondo 2010 Luca Gardini e Vincenzo Russo, del centro di ricerca di neuromarketing della Iulm.

Al di là della facile provocazione, basata un po’ su un luogo comune e un po’ su un innegabile caratteristica del dna isolano, ciò che voglio mettere in evidenza, invece, è un passaggio dell’intervento del professore Inglese, docente di Colture arboree all’Università di Palermo, che ha sottolineato come più che sull’immagine della Sicilia, si dovrebbe lavorare sulla reputazione, perché l’immagine che diamo non è allo stesso livello delle cose che produciamo. E non potrei essere più d’accordo. Che questo poi lo comprendano a fondo chef, produttori e artigiani e decidano di affidarsi a professionisti competenti, è altra storia.

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Davide Scabin, Heinz Beck, Pino Cuttaia e Nino Graziano

A salvare il nostro onore ci ha pensato Heinz Beck. Lo chef de La Pergola, che ha sposato una palermitana, sa bene che non siamo così pigri come si pensa e che spesso dobbiamo fare i conti con realtà complicate. Forse c’è un po’ di approssimazione qua e là, questo si, ma come ha detto Beck “questa regione ha molto da raccontare, prendetela in mano e fate del vostro meglio”.

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