Clara Minissale

pensieri e parole in punta di coltello. E forchetta

Eventi

Buon cibo e giovani chef: il risveglio di Palermo

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Besti in Sicily, il pubblico al Teatro Massimo

Parto dal dato che più mi ha colpita: Palermo ha risposto, c’era, era presente numerosa e abbastanza attenta. Finalmente! aggiungo. Perché non era così scontato ma forse – finalmente, appunto – qualcosa è cambiato. Al decennale di Best in Sicily, la manifestazione organizzata da cronachedigusto.it per celebrare le eccellenze enogastronomiche dell’Isola, c’era tanta gente, persino troppa. Così tanta da riempire il nostro monumento simbolo, il Teatro Massimo che ha ospitato l’evento, fino alla sua capienza massima, cioè ben oltre il migliaio di persone. Certo c’erano ospiti di grande richiamo come Oscar Farinetti o Francesco Piccolo.

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Farinetti durante il suo intervento a Best in Sicily

Ma non credo che sia stata solo la loro presenza ad avere generato il pienone. Preferisco pensare, in un moto di ottimismo, che forse le questioni legate al cibo e vino non sono più considerate roba per perditempo e si comprende che invece proprio da quello che ci viene meglio, più facile, più naturale – ossia mangiare e far da mangiare – che può partire la rinascita. Certo la moda degli chef in tv, le trasmissioni televisive, tutto questo gran parlare di cibo, hanno dato una grossa mano. Ma qualunque sia il punto di partenza, ciò che conta è adesso dove vogliamo e possiamo andare.

Nelle due giornate trascorse a Palermo tra Best in Sicily e la finale della Gara di gusto per chef under 30, dopo anni passati ad occuparmi di enogastronomia, ho sentito per la prima volta nella mia città un interesse reale anche da parte di chi non bazzica questo mondo. E dunque mi scuserete se per me la notizia diventa questa, piuttosto che il nome dello chef che si è aggiudicato questa gara. Insomma dopo anni passati a spiegare cosa facciamo e perché, questa volta non è stato necessario dare alcuna spiegazione e anche chi non era previsto che ci fosse, invece voleva esserci.

Una bella sensazione, devo ammetterlo. E la speranza che, da adesso in avanti, magari si potrà pensare di darsi da fare anche qui, piuttosto che solamente in quelle provincie che pare invece abbiamo una naturale vocazione per cibo e vino come Catania o Ragusa. Naturalmente le due giornate sono state tutt’altro che perfette. Qualche sbavatura qua e là, qualche muso lungo, qualche mugugno. Ma io voglio guardare oltre, confidando nella forza del detto “se non fai, non sbagli” e in questo il direttore di Cronache di Gusto, Fabrizio Carrera, a cui va il merito di avere innanzitutto concepito e poi fatto realizzare tutto questo, è un gran maestro. E’ riuscito a stipare oltre mille persone nel più grande teatro di Palermo durante un pomeriggio dedicato a cibo e vino. Ditemi se non è una notizia questa!

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Gli chef under 30 di Sicilia, Campania, Calabria e Puglia che hanno partecipato alla gara

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Quattro chiacchiere con Mauro Uliassi

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La giuria della Gara di Gusto under 30

E l’indomani, sempre a Palermo, dieci giovani chef di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia si sono rimboccati le maniche per fare al meglio il loro piatto forte, nella speranza di vincere la prima gara di gusto per under 30 del meridione. E poco dopo io ho cenato seduta accanto a Mauro Uliassi chiacchierando del più e del meno, che se me lo avessero detto, non ci avrei creduto…

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Giuseppe Raciti di Zash – Riposto (Ct)

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L’agnello tra tradizione, esperienza, tecnica e innovazione

La gara l’ha vinta Giuseppe Raciti, giovane chef siciliano di Zash a Riposto, nel catanese, con un piatto che conteneva cinque sfumature di agnello. Lui lo ha chiamato “agnello tra tradizione, esperienza, tecnica e innovazione” ed in effetti come titolo è più appropriato. Dietro di lui si è piazzato Valentino Buonincontri, campano della provincia di Napoli, con una pasta con cavolfiore, ostriche e caffè. Ma ancora una volta, più che la cronaca della gara, ciò che mi preme raccontarvi è l’atmosfera, l’aria che si respirava.

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Pasta cavolfiore, ostrica e caffè di Valentino Buonincontri – Napoli

C’era un po’ di tensione tra i giovani chef, è vero, ma anche disponibilità, voglia di dare una mano al collega più emotivo o in difficoltà. Tra un “non preoccuparti ti aiuto io” e un “ti presto il mio piatto per la presentazione”, sono sfilati sotto i nostri nasi e sotto le nostre bocche – si, ero in giuria anche io – antipasti, primi, secondi e dessert buoni. Non perfetti, come ha detto il presidente di giuria Uliassi, ma buoni.

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Lo scoglio di Emanuele Strigaro – Strigaro a Palazzo Foti, Crotone

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Trota, semi, erbe e radici di Antonio Biafora – Biafora Ristorante, Cosenza

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Fegato e fegati, storia di terra e mare di Salvatore Amato – Borgo Valle Rita, Ginosa Marina, Taranto

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Tortelli di broccoli arriminati di Tommaso Stancampiano – Locanda del gusto, Palermo

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Braciola 72 di Donato Calvi – Calvi Ristorante, Altamura, Bari

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Anatra, arancia, finocchio e Campari di Luigi Salomone – Piazzetta Milù, Castellammare di Stabia

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Uovo a la coque di Domenico Capogrosso – Osteria del buono, Trani

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Cacio, pera, rapa rossa e frutta secca di Salvatore Campagna – Secondo Tempo, Termini Imerese, Palermo

E, lasciatemelo dire, la cosa più bella di tutte, me l’ha detta un giovane chef pugliese quando, a gara conclusa e riflettori spenti, ha ammesso che il piatto di Raciti ha meritato la vittoria e che, comunque siano andate le cose, lui si è divertito parecchio. Chapeau.

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